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Qualità delle immagini digitali: DPI o PPI?

Qualità delle immagini digitali: DPI o PPI?

Uno dei temi ricorrenti intorno alla qualità delle immagini digitali riguarda la loro visualizzazione sui vari device, che dipende sia dalla qualità dell’immagine che dalla quantità di pixel dello schermo. Per questo motivo è utile una riflessione sul tema. 

Qualità delle immagini digitali: DPI o PPI

La risoluzione dello schermo: full HD, Quad HD, Ultra Hd (4k)

Partiamo col dire, anche se è cosa nota, che la risoluzione dello schermo si riferisce al numero di pixel, generalmente misurato in numero di pixel in orizzontale e in verticale. Ad esempio, una risoluzione di 1920 x 1080 significa che lo schermo ha 1920 pixel in orizzontale e 1080 pixel in verticale, per un totale di 2.073.600 pixel. Le risoluzioni più comuni dello schermo includono 1920 x 1080 (noto anche come Full HD), 2560 x 1440 (noto anche come Quad HD) e 3840 x 2160 (noto anche come Ultra HD o 4K). 

La qualità dell’immagine su uno schermo con una risoluzione maggiore sarà in genere migliore rispetto a uno schermo con una risoluzione inferiore. Questo perché uno schermo a risoluzione più alta ha più pixel, il che consente immagini più dettagliate e nitide. Ad esempio, un’immagine visualizzata su uno schermo con risoluzione 1920 x 1080 (Full HD) avrà più pixel e quindi un livello di dettaglio maggiore rispetto alla stessa immagine visualizzata su uno schermo con risoluzione 1280 x 720 (HD). Tuttavia, è anche importante notare che la qualità dell’immagine dipende anche da altri fattori, come la qualità dell’immagine sorgente e la qualità dello schermo stesso.

risoluzione schermo

Pixel per Pollice (PPI) e Dot per Inch (DPI)

Tutti gli schermi hanno in comune la risoluzione di 72dpi ma le immagini per essere correttamente visualizzate dovranno essere realizzate caricate nella misura naturale (se non prevedono la possibilità di zoom) altrimenti la loro risoluzione diventerà inadatta e la loro visualizzazione di scarsa qualità. Una nota utile da sapere è che la definizione in PPI (Pixel per Pollice) che è quella che si utilizza quando si parla di immagini web, si usa anche impropriamente per la definizione di immagini con intento stampa per le quali sarebbe invece corretto parlare di DPI (Dot per Inch, il Dot è infatti propriamente il punto stampa tipografico). Comunemente per una subentrata abitudine lessicale si usa sempre genericamente di DPI, anche se considerandole da un punto di vista professionale si tratta di tematiche tecniche di una certa importanza che non andrebbero minimizzate alla pari di altre unità di misura: nessuno infatti scambierebbe i litri con i metri! 

misura naturale

L’importanza dell’equilibrio tra dimensione e peso

Tornando alla questione qualità dell’immagine digitale, risoluzioni dello schermo più elevate forniscono immagini più dettagliate e nitide e richiedono anche una maggiore potenza di elaborazione (quindi tempo utente) per essere visualizzate. Tipicamente le immagini con risoluzione più alta hanno una dimensione/peso digitale maggiore e non sono molto gradite alla SEO. Per queste ragioni un sito ben ottimizzato utilizzerà diverse dimensioni di immagini, una per i grandi formati e una per il formato cellulare, al fine di mostrare sempre al meglio il prodotto e al contempo non appesantire la navigabilità del sito e quindi l’esperienza dell’utente. Una delle cause di abbandono dei siti è infatti la lentezza di caricamento delle immagini che potrebbe far aumentare l’abbandono della pagina e ancora peggio l’abbandono in fase di caricamento a carrello.

In sintesi questi sono i punti da tenere presente per mantenere un equilibrio tra dimensione/peso e definizione/qualità:

  1. misure al pixel per ridurre il peso dell’immagine partendo dalla sua precisa dimensione di utilizzo;
  2. definizione in termini di qualità che le renderà più gradite all’utente il quale ne potrà apprezzare meglio il contenuto e quindi il coinvolgimento;
  3. ottimizzazione del peso per il web che consentirà a Google una sua lettura più rapida.

Questo succede quando parliamo di immagini digitali per uso web, ma quando invece parliamo di immagini per uso stampa si crea una diversificazione. L’elaborazione delle immagini con intento stampa infatti per mantenere una qualità alta devono avere una risoluzione minima di 300dpi e soprattutto il loro metodo colore si esprime con la scala cromatica CMYK anziché RGB.  

Non parleremo oltre delle immagini uso stampa perché per queste subentrano una enormità di variabili non sintetizzabili in poche righe, potrete leggere su specifiche pubblicazioni argomenti come il dithering, i retini tipografici, le stampe a sublimazione, le stampe a getto di inchiostro e molto altro. Vi basti sapere per adesso che non c’è una traducibilità tra un pixel e un punto stampa (Dot), e anche in stampa tipografica ad altissime lineature con retini stocastici non ci sono motivi obiettivi per superare i 400 ppi, prima di tutto per motivi percettivi legati al potere visivo dell’occhio umano.

brochure

La corretta definizione di risoluzione

La definizione di risoluzione è comunque un concetto variabile a seconda se chi risponde è un operatore grafico, un designer o un fotografo. La più calzante e sintetica è espressa da questa definizione: «quantità di pixel o punti per pollice». Definirei comunque le varie aree di pertinenza distinguendo il concetto di risoluzione in almeno quattro variabili perché viene applicata la stessa definizione in contesti diversi:

1.Risoluzione di Input

2. Risoluzione di Output

3. Risoluzione Video

4. Risoluzione di Stampa

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